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Cetara, Costiera amalfitana, storie

Nel film “Le Castagne sono buone” Cetara è sinonimo di vita autentica e genuina

Impostato sull’antinomia tra il caos della vita di città e la quiete del paese, il film rivelò l’atteggiamento ostile del regista nel comprendere le ragioni dei tumultuosi eventi del 68′

Inserito da (Maria Abate), lunedì 9 dicembre 2019 17:33:54

Le castagne sono buone è un film del 1970 diretto da Pietro Germi, fortemente sottovalutato dalla critica e soltanto adesso rivalutato. Le scene del paese sono state girate tra i vicoli e la piazzetta di Cetara, mentre quelle di città sono state girate a Castel San Pietro Romano e sulla spiaggia di Sperlonga. Impostato sull'antinomia tra il caos della vita di città e la quiete del paese, il film rivelò l'atteggiamento ostile del regista nel comprendere le ragioni dei tumultuosi eventi del 68′.

Questa la trama. Luigi Vivarelli (Gianni Morandi) è un regista televisivo, nonché impenitente donnaiolo. Durante le riprese di una trasmissione sul disagio giovanile, conosce Carla Lotito (Stefania Casini), studentessa di architettura fuorisede, e ne è subito attratto. Ma Carla non è come tutte le donne frequentate solitamente da Luigi: cattolica praticante, crede nei veri, semplici valori della vita ("le castagne sono buone", come le scrisse il padre su un biglietto in un momento di sconforto) e cerca di renderne partecipe il suo spasimante.

 

Carla ha una sorella, Teresa, che è il suo esatto contrario: assai disinibita, attrice di teatro sperimentale (durante una recita, lo spettacolo viene interrotto dall'irruzione della polizia che arresta tutti gli attori per oscenità), e con figlioletta a carico avuta da padre ignoto.

 

Luigi è molto scettico: è un uomo profondamente sfiduciato ("la maggior parte delle persone non vale neanche la pena di incontrarla"), mondano e superficiale, e non crede nella solidarietà umana. In una sorta di reality-cam da lui girata in una strada di Milano, un attore finge un malore e stramazza al suolo senza che nessuno lo soccorra. Questo episodio sembra confermare le sue "teorie sulla sfiducia verso il prossimo", ma contemporaneamente provoca l'allontanamento di Carla.

 

Luigi così per qualche tempo si dedica al lavoro, e si fa negare in ufficio e al telefono. Solo poco dopo, pentito, ritorna da Carla e la accompagna insieme alla nipotina al suo paese natale. Qui, ospite della madre della ragazza e dei suoi amici, assapora per la prima volta quella vita semplice e spensierata di cui Carla parla sempre. Ma un nuovo rifiuto della ragazza a "concedersi" porrà fine alla parentesi felice.

 

Ritornato a Roma, durante una sera pokeristica a casa di un amico, Luigi reincontra Teresa, ubriaca e sotto l'effetto di stupefacenti. E grazie alla cattiva reazione dei suoi compagni, mosso a pietà per la prima volta, il giovane saprà aiutarla, e grazie a lei si riconcilierà definitivamente con Carla, con l'intenzione di metter su famiglia al più presto.

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