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Luigi 'a Guardia nel ricordo del figlio Raffaele

Ad un mese dalla scomparsa di Luigi Pappalardo il ricordo commosso del figlio

Inserito da (Admin), domenica 10 aprile 2022 14:16:32

di Raffaele Pappalardo

"Papà, Luigi a' Guardia o Chiancarella come lo chiamavano i paesani per il suo aspetto mingherlino, non era solo un vigile nell'esercizio delle sue funzioni: lui sentiva il dovere di vegliare su tutti gli abitanti del paese.

La sua storia risale al 1971, quando entrò nel corpo dei Vigili Urbani, rimanendoci fino al 2001, ricoprendo svariati ruoli: vigile, autista, controllo nettezza urbana, ma anche mansioni di messo comunale e coordinatore dei vigili urbani.

Mio Padre era amico di tutti: dove c'era pericolo lui interveniva prontamente, come nell'incendio di ottobre 1986 quando prese fuoco la zona alta del paese; in quella circostanza fu vittima di un incidente cadendo da un'altezza di cinque metri e, fratturatosi una costola, venne soccorso, ma dopo un paio di ore lui era ancora lì a spegnere il fuoco.

Se capitava che si otturassero fogne, o che si verificassero perdite d' acqua o di gas, lui era sempre presente insieme al suo amico, il grande Antonino Crisconio, idraulico comunale.

Nel 1991 accorse per spegnere un incendio verificatosi in un appartamento a causa di una perdita di gas nella famiglia D'Acunto. Nel 1983 portò soccorso alle famiglie massimo luigi nello scoppio salvo tre feriti di cui una incinta la moglie di giacchino il pescivendolo era un corpus domini erono 7 30 del mattino uscì con il pigiama e come rideva dopo.

Mio Padre nella sua vita ha effettuato anche vari arresti in collaborazione con l'Arma dei Carabinieri, ad esempio nel contrabbando del tritolo e vari traffici di droga, nonché l'arresto di un noto truffatore d'arte di Trieste.

Ma il suo "pezzo forte" erano gli arresti dei ladri di appartamenti, come capitò con una banda napoletana, dei zingari entrarono a rubare nella casa di Pina l'Amalfitana, mio padre li scopri mettendoli in fuga e correndo più veloce degli stessi ladri, lasciando sbalordita la gente che assisteva alla scena. Nel periodo estivo, da inizio giugno, nella zona che arriva fino alla spiaggetta della Torre, c'era chi rubava i motorino parcheggiati ma lui sventava ogni tentativo di furto.

La famiglia Marano ricorda bene quanto papà fosse generoso e simpatico, ma era anche irruento se qualcuno si permetteva di prenderlo in giro come succedeva nei controlli dei cantieri, nessuno si doveva permettere di nascondere gli abusi perché lui se ne accorgeva subito ed erano guai.

Un uomo che rispettava tutti e si faceva rispettare, nelle famiglie dei cetaresi ci sono i suoi ricordi e aneddoti come il nostro numero di telefono di casa 26 15 89 messo nell'agenda di casa. Papà non sapeva nuotare, ma nel momento del bisogno non esitava a soccorrere anche in mare, ha soccorso persone decedute nelle spiagge a causa di incidenti o addirittura suicidi. Sempre in prima linea negli incidenti delle moto (e ne sono accaduti tanti) e la caduta di un furgone edile caduto vicino alla torre: fu lui ad estrarre il corpo del ragazzo deceduto; la comandante dei vigili di ora, Raffaela De Santis, era presente anche lei quel giorno. E per le famose mareggiate del 1987 mio padre fece alzare le barche nel porto dai pompieri.

A Cetara la parola d'ordine era "ci sta Chiancarella" perché interveniva dove c'era bisogno, e come premio accettava un bel caffè seguito da una sigaretta.

Mio Padre fino all'ultimo è stato grande marito e un grande genitore, amava moltissimo mia Mamma e stravedeva per me e le mie sorelle, ha amato molto Maria e mio figlio Luigi, le adorate nipoti, e poi c'erano i suoi amici di sempre, i ragazzi della pescheria cetarese, Minicuccio ‘a guardia suo collega, i fratelli Apicella detti Rapallo, gli amici comunali e tutti quelli con cui lui organizzava delle bellissime cene con persone di tutte le età. Altra presenza perenne nel suo cuore era il nostro cane Ares che Papà chiamava "o' criatur": i giorni successivi alla scomparsa di Papà, Ares si aggirava per la casa a cercarlo in ogni modo. Le passioni di mio Padre erano inoltre la Salernitana e aveva una grande devozione per la Madonna dell'Avvocata sopra Maiori.

Ecco, tutto questo era il grande uomo che ho avuto come Padre, un concentrato di umanità, efficienza, disponibilità verso il prossimo, generosità che non conosceva soste. Molti lo hanno definito un eroe e io penso che lo sia stato davvero.

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